Il materiale sensibile, ovvero la forma, ha prevalenza sui contenuti spirituali nell’arte simbolica, legata in prevalenza alle religioni orientali antiche, e manifestata pertanto in modo allegorico ed allusivo.
L’arte classica invece esprime la mediazione fra forma e contenuto. Proprio la scultura dell’Antica Grecia, infatti, esprime l’immagine spirituale della divinità incarnandola nella materia. L’arte classica non concepisce idee astratte e indeterminate, bensì spiritualmente concrete. La corrispondenza più completa fra forma sensibile e idea si compie nella scultura della figura umana, la cui forma viene purificata dall’arte, lasciando emergere l’espressione in sé del contenuto a lei conforme.
Attraverso una serie di esperienze artistiche la materia diventa il componenete essenziale dell’arte informale, caratterizzata dal rifiuto di qualsiasi forma riconoscibile, costruita secondo precisi canoni razionali e riconducibili alla tradizione culturale precedente.
Lasciata allo stato grezzo, o trattata artigianalmente, in lavorazioni dove l’aspetto figurativo resta comunque confinato ad uno stadio larvale, la materia di cui è costituita l’opera d’arte assume un ruolo fondamentale, arrivando a fondersi con l’immagine, in maniera tale da non essere più distinguibile da essa. La materia stessa, così impregnata di efficacia rappresentativa ed espressiva, diventa essa stessa portatrice di comunicazione e significato.
